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Questi, fondando il metodo induttivo nelle scienze naturali e il metodo storico nelle politiche, aveva affermato che i fenomeni della natura e i fatti della storia andavano egualmente trattati. Macchiavelli sembra non conoscere questo metodo che Leonardo da Vinci aveva già usato e Galileo doveva fra poco perfezionare; la sua induzione e la sua deduzione operano in un cerchio così stretto che i fatti debbono snaturarsi per capirvi. Il Villari trova ancora un'immensa differenza tra Macchiavelli e Aristotile, e quindi un merito di originalità nel primo, perchè mentre Aristotile già in possesso dell'idea concreta dello Stato mette a scopo della sua Politica la ricerca del migliore fra i governi, il Macchiavelli dichiara inutile questa ricerca e vuole invece indagare quali essi sieno o possano essere; ma per questo gli occorrerebbe l'idea dello Stato, e non avendola nemmeno quale la possedeva Aristotile, non solo tale indagine gli rimane impossibile, ma lo condurrà a maggiori errori. Aristotile trovò lo Stato greco quasi immedesimato colla religione e l'emancipò, esaminandolo, come un fatto naturale e dichiarando l'uomo un essere essenzialmente politico; il Macchiavelli prescinde anch'egli dalla religione, ma invece di svincolare lo Stato lo isola, lo amputa, ne fa un meccanismo governativo, che muove sè stesso senza ricevere e quindi senza poter comunicare ad altri il proprio moto.