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se presentabile o meno. Dalle lettere del Macchiavelli risulta che quel tenere a bada l'imperatore dilazionando il pagamento, gli pareva altrettanto inutile che pericoloso; ma i fatti gli diedero torto, poichè la tregua concordata nel Giugno 1508 fra Massimiliano e Venezia salvò i Fiorentini dal pagamento.
Il Machiavelli scrisse su questo viaggio nella Svizzera ai confini di Alemagna un rapporto, nel quale si è voluto vedere una grande profondità politica, I Tedeschi ne sono andati lieti per i complimenti alla Germania, gl'Italiani come di una scoperta fatta da uno dei loro. Fra i primi il Gervinus, solito ad ingannarsi sui letterati italiani, come nei giudizi sul Foscolo e sull'Alfieri, giudicò, cedendo al fascino del patriottismo, questo rapporto del Macchiavelli come un capolavoro di analisi sul governo tedesco e sull'imperatore; mentre il Mundt con più fine accorgimento vi notò l'influenza della Germania di Tacito; fra i secondi il Villari facile ad ammirare il Macchiavelli, deve pur confessare che le relazioni dell'ambasciatore veneto Quirini sono anche più acute, e che il Guicciardini a parità di caso è sempre più sicuro. La meraviglia davvero singolare di questo rapporto è invece l'oblio della rivoluzione religiosa e politica che agitava allora la Germania. Il Macchiavelli non sembra nemmeno sospettare che