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Nullameno, la monarchia non potè diventarne più forte. Anzitutto la mancanza di principio nella sua forma le toglieva di potersi davvero impadronire di una qualunque corrente di vita. Uccisa come principio dalla grande rivoluzione francese colla proclamazione della sovranità popolare, non è rimasta dopo nei paesi, i quali accolsero l'elettorato politico sulla base del diritto individuale, che un fatto storico giustificato dallo squilibrio di coltura e di sentimento nelle classi dello Stato. Le più colte si mostrarono in gran parte favorevoli alla monarchia, nella quale potevano più facilmente imperare e difendere i privilegi sopravvissuti al naufragio della grande rivoluzione: le più incolte, dominate dall'antica servilità ed esasperate nel nuovo orgoglio sovrano quotidianamente deluso dalla loro stessa incapacità, soggiacquero alla monarchia accarezzando in sè stesse piuttosto la sua negazione, come sfrenamento da ogni legge che l'avvento di una vera democrazia, nella quale la legge pura di ogni influenza di ordini fosse espressione della più astratta giustizia.

Ma nella monarchia costretta a scimiottare persino le forme più basse della democrazia, sopravvivevano i ricordi e gli orgogli del vero tempo monarchico, quando il re solo era la legge e intorno a lui e con lui i feudatarii mutati in cortigiani spadroneggiavano. Il clero più alto di principii e più