Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
effervescenze ideali e ricomposizioni storiche, splendidi eroismi d'eresie e irradiazioni universali della scienza, invettive politiche e assedî filosofici, divisioni di genti o fusioni di razze, nulla aveva potuto prevalere contro un regno piccolo come un feudo, che Costantino era accusato di aver concesso e Carlomagno confermato, e che i sudditi stessi avevano mille volte sommosso uccidendo i papi. Pareva un decreto di Dio e non era che una legge della storia. Il pontificato sorreggeva il papato; il primo forte come il cattolicismo, che solo una religione più ideale potrà abbattere, giacchè nella storia il vincitore deve essere sempre maggiore del vinto; il secondo forte della sua somiglianza col primo, che al mondo pareva una identità.
Solo uno schietto sentimento cristiano scevro di ogni secondo fine e inconscio come tutti i sentimenti, che hanno formato e formeranno sempre la storia, poteva operare nel cattolicismo questa grande rivoluzione, denunciando la falsità dell'equazione fra pontificato e papato. Filosofia, scienza, politica, arte, nessuna di queste immense forze della civiltà, essenzialmente diverse dalla religione che sola può correggere sè stessa, avrebbe mai ottenuto simile risultato.
La morte del papato non poteva avvenire che nella forma di un suicidio, dal quale il pontificato si levasse più sublime sul