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tè circuirlo. L'ignoranza del prete montanaro giovò più dell'eloquenza del Lammenais e della filosofia del Gioberti.
Poichè le religioni sono un pensiero del cuore, uomini semplici le fondarono e le salvarono nelle mutazioni della storia, mentre i grandi filosofi non riuscirono mai nè a stabilirle nè ad abbatterle. Il popolo solo, che le produce in sè stesso, è infallibile decidendo sovra qualche loro punto, ma il popolo aveva da un pezzo abbandonato il papa nella sua querela di re. La stessa fuga di Pio IX da Roma al primo pericolo di guerra era stata una abdicazione, giacchè i re non possono fuggire se prima i sudditi non li abbiano disertati. Egli medesimo non credeva quindi al potere temporale appellandosi agli stranieri piuttosto che al popolo e violando un'altra volta la storia italiana.
Il papa e il re di Roma non erano la stessa persona: una delle due solamente rappresentava Cristo. I re non rappresentano la nazione che quando essa lo consenta loro.
La coscienza popolare era così sicura in questa idea, per quanto si venisse talvolta contraddicendo nell'esprimerla, che processare Don Giovanni sarebbe stato uno snebbiargliela, provocando in tutti gli spiriti una vera rivoluzione. Roma si sentì vinta.
Quest'immenso fatto, alla cui preparazione si erano consumati tanti secoli, si compieva