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Appena salvato Garibaldi ne aveva ringraziato Dio con una Messa: la sua benedizione di quel giorno ai pochi popolani che vi assistevano, aveva raggiunto il grande fuggiasco forse in atto di salpare da Talamone.
Che i venti e le acque ti sieno propizie!
Da Roma, da tutte le altre chiese invece salivano invocazioni a Dio per il trionfo del Pontefice e l'esterminio dei suoi nemici.
Il popolo era perplesso.
Don Giovanni aveva conciliato in sè medesimo con un processo lento ed inconscio quanto si contraddiceva tempestando nell'anima del popolo. La formula cercata indarno dai grandi filosofi cristiani per accordare la libertà del pensiero coll'assolutismo della religione, e la tradizione di Roma colla universalità della storia, egli l'aveva trovata nella semplicità della propria coscienza tutta piena di una idea morale, che riuniva dominandole l'idea metafisica e l'idea storica. Senza saperlo, Don Giovanni riduceva tutta la religione a una moralità illuminata dalla rivelazione e sorvegliata da Dio; le forme esistenti della religione non lo disturbavano e non lo esaltavano; potevano durare o cessare, nate pel costume e nel costume viventi: Dio e la religione non erano lì, ma potevano anche esservi, perchè nessuna forma era loro necessaria