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Era dunque una rappresaglia contro la rivoluzione già morta, una nuova fase di guerra a esterminio.
Ma poichè il numero di un popolo è sempre superiore a ogni smania omicida di tirannia, e nella presente civiltà non è nemmeno più permessa la decimazione di un villaggio, la persecuzione si accaniva contro i capi più illustri per grado o per ingegno, comprando contro di essi accuse di tradimento verso la rivoluzione, e cercando contemporaneamente di coglierli prigioni. Senonchè la maggior parte di essi avevano esulato o esulavano protetti dal popolo, che diffidente degli stessi governi cui sosteneva, simpatizzava con loro banditi e proscritti. Questo sentimento ostile del popolo alla legge, e che oggi dopo tanta libertà di costumi e di ordini non accenna a scemare, basta di per sè a qualificare i governi che lo hanno prodotto nella sua coscienza.
L'odio più vivo del papato era naturalmente a Garibaldi, maggiore di Mazzini nella coscienza popolare dopo il terribile dramma della ritirata da Roma. Vinto ed ucciso, la riprovazione religiosa, che colpiva la repubblica romana nella coscienza dei più lo avrebbe pareggiato a tutti gli eroi di quell'assedio; non vinto e vivo e in salvo grandeggiava sul disastro di Roma e pareva promettere al mondo una rivincita. Nessun delitto era quindi peg