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preparava nell'ombra le serie dei propri libelli romantici, destinati all'infamia di una celebrità pari alla ribalderia delle intenzioni e alla goffaggine dell'arte.
La reazione europea secondava la reazione papale fra la guerra fratricida dei rivoluzionari, che rendeva quasi credibili se non accette le violente affermazioni dell'autorità regia e papale.
Una corrente di odio alimentata dagl'interessi lesi durante la rivoluzione, e rinvigorita dalla nuova persecuzione, sollevava le masse inconscie contro la borghesia liberale; l'aristocrazia minacciata dai principii più che dalle leggi rivoluzionarie s'appoggiava alla plebe, e il clero proteggendo i privilegi dell'una e l'ozio dell'altra, solleticava tutte le passioni per servirsene contro l'entusiasmo generoso, che la tragedia della sconfitta sembrava aver accresciuto nella miglior parte del popolo.
Ma troppo logico e spietato per perdonare nemmeno sè stesso, il clero aveva fatto fucilare a Bologna Ugo Bassi, usando colla solita ipocrisia di regno una pattuglia di tedeschi.
Ugo Bassi, debole e nervosa anima di poeta, aveva predicato prima della rivoluzione e si era quindi battuto eroicamente in molte delle sue battaglie, ma frate e suddito pontificio doveva essere doppiamente inviolabile pei tedeschi alleati del papa. Nullameno, lo si volle da loro fucilato.