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TERZO. | 75 |
[Cause, ondeprocede la credenza.]è troppo gagliarda, & premendogli da una banda, per quella offesa che si sente nella bocca egli teme voltarsi più da una mano, che dall’altra, overo non sapendo ingarbarsi le braccia, ne anco il collo alla volta, la prende talmente con dispetto, che dapoi, come si sente stanco, pugna di non volersi a niun modo voltare; & assai fiate (quã an an tunque fosse ben creato) non havendo molta lena fara il simile; overamente alcun Cavaliero mal pratico l’aiuterà al contrario di quel che conviene alla volta; talche il Cavallo perche non l’intende, non si potrà risolvere, et all’ultimo non si volterà: overamente egli fu dal principio cavalcato male, & se li roppe il collo da una banda, & dall’altra rimase duro, dove facilmente per ogni minimo sdegno, o picciola fatica non si volterà; overo il Cavallo riconoscerà la viltà del Cavaliere, che ha paura di lui, et non voendo voltarsi lo lascerà con la sua fantasia, il che sarebbe cagione di confermarlo nella sua malignità. & benche secondo la causa donde procede, così vi potrei dare il modo da correggersi, nondimeno per non porvi in confusione, non mi pare a prosito, ma dirò solo quegli espedienti di togliere ogni credenza, et sia pur nata da qual si voglia effetto; & perche naturalmente è più facile a voltarsi da mã an an sinistra, che dall’altra mano, per tanto mi pare dire come si vuol correggere quã an an do egli ha la credenza dalla mã an an destra.
[Quando ha la credenza.]Quã an an do il Cavallo tiene questo vitio, dovete andar in una campagna ove sia la maiese rotta nuovamente a solchi, & ivi poi stamperete due torni, poco differenti da quelli che vi ho detti, & figurati avanti, & del modo che più chiaramẽ en en te ui dirò, & cõ on on la figura vi mostrerò appresso, & cominciã an an do dalla mã an an destra, dov’egli ha la credenza, sopra un di quelli farete di trotto tre torni, & dapoi, non uscendo dalla pista dell’altro torno, pur da man destra farete di trotto tre altri torni, & appresso ritornerete a quella pista di prima co i simili torni, come gli feste allora, et così continuerete fin tanto che a voi parerà che il Cavallo sia facile da quella mano. Et notate che sei torni, che son tre per ogni cerchio, il qual cerchio si dice torno, si chiamerà una volta integra da man destra: tal che sette volte, et meza, che son quarã an an tacinque torni, overo nove volte et meza, che son cinquã an an tasette, sara numero conveniente ad ogni Cavallo di grã an an lena, & che tiene tal difetto. Et come havrete forniti i vostri torni, anderete di trotto da dritto in dritto, quã an an to è il corso di una giusta carriera, opoco meno, overo quanto sara un giusto repolone, & al fin di esso vi fermerete con le vostre posate, & ivi l’accarezzerete un perzo, ponẽ en en dogli la mano sopra il collo: & a tutte queste cose, & a quel che dirò appresso, tenerete sempre la redina destra più corta, & più tirata dell’altra. dapoi come sara quieto, & voi fate che all’incontro gli sia un’huomo cõ on on la bacchetta nella mano, et in quel tẽ en en po volterete il pugno per pigliargli la volta da man destra, et colui che gli sta all’incontro cõ on on la bacchetta in quell’instante gli donerà con essa nel mostaccio dalla banda contraria sinistra una o due botte; & fin tanto ch’egli si volti, non vuol cessare dal battere, fa-