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gli accaderà maneggiarsi con più ristetto, & non ponerlo in tanta fuga: ma se pur fosse gagliardo & di lombi, & di braccia, ben che sia grosso di garza, et duro di barre, col mezo della buona dottrina potrebbe maneggiarsi a tutti modi. Però il Cavallo d’ogni fattezza, o buona, o mala che sia, quãto quanto quanto più si mantiene maneggiandolo su’l passo, & su’l trotto, & rade volte su’l galoppo, senza dargli velocità, tanto maggiormente, non toccandosi mai con con i ferri di dietro a quelli dinanzi, egli dapoi verrà gagliardo, giusto, & fermo, con tutte quelle buone parti, che convengono al vero, & perfetto maneggio.

[In qual parte del corpo si dee battere il cavallo di sproni, & come s’attonda.]Vi ricordo ancora, che il Cavallo si vuol battere con gli sproni appresso le cigne, et non al fianco, perche altrimenti sarebbe errore . Però quando si maneggia, come avanti un’altra fiata dissi, sempre a quella banda dove si va ad attondar la volta, nel tempo che egli accade, con lo sprone non si batte paro contesto all’altro vicino le cigne, ma si batte poco più dietro di quelle: tal che questo aiuto per ciò volgarmente si dice attorniar di sproni, perche sforza mirabilmente il Cavallo a venire in quattro, & a far la volta eguale, & tonda.

[Come si ha a frequẽtar frequẽtar frequẽtar nella carriera, & il modo per mostrargliela.]Com’egli intenderà la carriera, la darete al più una volta ogni due mesi: & se fosse assai maggior il tempo, sarebbe meglio, & tanto più se per natura dimostrasse di esser di dura bocca. Et così come la detta carriera avanti che corra gliela dovete far passeggiando riconoscere, similmente dopo l’haverlo corso si vuol almen una fiata in essa passeggiare. In questo molti s’ingannano, che pensano che, correndolo spesso, la fara più veloce; il che certo non è vero, che la carriera, donandola spesso, gli disconserta la testa, la bocca, se pone in fuga, gli diminuisce la forza, & tuttavia la fara minore: et se pur fosse fiacco di gambe, si potrebbe aggrappare, & ogni giorno verrebbe al peggio, & assai più debole. Ma se volete che corra bene, senza che si distorni dal buon’esser suo, userete li torni di trotto furioso, come ho detto, che il Cavallo si sara talmete disciolto di braccia, che sempre, quando corre, poi sara velocissimo, & fermo di testa, et con forza, & facilità grande. Questa regola fu in osservanza molto appressa quel gran cavalcatore M. Cola Pagano, che fin che il Cavallo non era fermo, & cõpitamente compitamente compitamente ammaestrato, non l’havrebbe per cosa del mondo corsa, talche dapoi d’haver cavalcato quattro o sei mesi, o forse un anno, egli in poco più o meno di otto giorni gli mostrava il correre, & di tal maniera si accarrierava, che veniva determinatissimo, & di schiena, et con forza, & fermo, & saldo di testa, et col parare a tempo, giusto, leggiero, & consertato: & quando voleva ridurlo in estrema finezza, seguiva dal primo insin al fine del suo cavalcare tutti gli ordini sopra il passo, & sopra il trotto: & se non era costretto da necessetà, poche volte sul galoppo, & senza che mai lo havesse poi corso, ne maneggiato di furia, egli conoscendo che fosse compito d’inscgnare lo assegnava al suo Cavalie-ro: il qual Cavaliero, tantosto che gli era addosso, quantunque lo maneggiasse & a repoloni, & a volte raddoppiate, & con mille carriere, gli rispondeva con

tanta