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SECONDO | 39 |
[sproni ai repoloni, quando il cavallo non sara di molto senso.]cipio, & alla metà del repolone, & un’altra fiata come siete quasi giunto alla volta: & se pur a quest’ultimo tempo che lo battete sarete quel motivo di lingua, tenendo la man giusta senza voltarla, verrà a pigliarsela di un bel garbo, come conviene, tal che allora alla volta non bisognerà dargli altrimenti aiuto di sprone. Però il Cavaliero ha da esser bene accorto in conoscer quello, & dove, & quando, & quanto gli bisogna. Il che ben conoscerete voi, con lunga pratica, come ve l’ho pur detto poco inanzi. Et oltre à ciò, dapoi che sara egli formato di testa, questo lo sara di tal sorte corretto, che all’andar di repolone non sara mai più motivo, ne di sommozzarsi, ne di muover la testa, ne di niuna maniera mala; & in più siate, prima ch’io vi lasci, vi dirò come totalmente egli si ferma.
[Come si dee portar la mã man man della briglia alle volte.]Quando volterete il Cavallo, in qualunque sorte di maneggio si sia, non allargherete in fuora il braccio manco, ne all’una, ne all’altra parte, ma tenetelo saldo; & con un poco di accenno in un certo tempo, a tempo, & in un certo modo volterete il pugno solo della briglia, & che il detto pugno non esca dal dritto della marcatura del collo, ne di quà, ne di là, accio che non si colchi, & che vada giusto, & fermo; & sarete sempre ciascuna di esse volte più tosto bassa, che alta, & aiutata con gli ordini veri, perche le fara di più bel modo;[Le volte dover esser di un tẽpo tempo tempo corrispondente al modo, che s’incominciano.] & forse essendo di gentil natura, senza che altrimenti se gli insegni, verrà con la ciambetta: & avvertite che le volte sieno eguali, et di un tempo, corrispondendo sempre a quel modo che le cominciate; che quando si facesse il contrario, sarebbe da biasimarsi molto, & ignoranza di huomo, che non ha discorso, ne arte di cavalcare: & questo errore suol cadere a tutti coloro, che danno il maneggio furioso a modo di carriera, che allora per necessità il Cavallo la prima volta che fa, sara di una sorte di tempo, & non potendo poi durare, verrà sempre minuendolo, & variando le volte, tal che in ogni repolone l’una volta sara differente dall’altra. Però il Cavalliero ben’accorto, & ben disciplinato, quando insegna il Cavallo, all’ultimo con mirabile accorgimento conoscera secondo la qualità sua, quanto è la furia che può soffrire, & in quella da poi lo ferma; & al maneggio parimente ancor gli dà quel tempo, al qual può resistere, a tempo, o di mezo tempo, over contra tempo: & quella mistura ch’egli tien da prima, così a i repoloni, come alle volte, quella si troverà sempre con facilità grande insino al fine.
[Segni per conoscere, a ql qual qual cavallo si cõvegna convegna convegna il galoppo, a quale il trotto, & a quale il passo.]Et per darvi alcun segno, onde si possa conoscere a qual Cavallo convenga il maneggio di galoppo, & a qual con piu, & meno furia, vi fo noto, che ogni fiata che vi accorgete, che naturalmete tiene forza, et buona bocca, come sara bẽ ben ben instrutto a voltarsi all’una, & all’altra mano, si potrebbe a vostra volontà maneggiar furioso. Ma quando egli fosse di troppo senso, overamẽte overamente overamente carico di garza, & duro di barre, & fiacco di schiena, & di gambe, quantunque per la buona creanza paia di dolce bocca, nondimeno allora da voi stesse conoscerete, che
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