Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/46

30 LIBRO

oltre a ciò pur con questi aiuti, parimente si potrebbe maneggiare in un fosso, il quale non ritrovandosi, il farete far a posta lungo quanto volete che sia il repolone, & di sotto sia largo da due palmi, & poco più o meno di un palmo fondo, & che altrettanto salendo, si allarghi a poco a poco, tal che dapoi venga la larghezza di sopra a guisa di bacchetta, & al più si potrebbe arrivare a farlo fondo insino a i quattro palmi, & tanto maggiormente si fara largo di sopra, pur in quella maniera; pero allora vi bisognerà in voltarlo maggior temperamento, & fermezza di mano, & tempo, & misura, & con l’arte vera, & col battere a tempo di sprone dalla banda contraria della volta, & ancora dall’altra banda quando accaderà, & massimamente se di questo forse volete servirvi in dar la ciambetta, come si dirà. Benche un gran Cavaliero, presoo che hauera la pratica de gli ordini che ho detti, & diro, senza soccorso ne di solco, ne di tela di muro, ne di fosso, nella rasa campagna potra insegnargli ogni virtu, & ivi facilmente correggerlo, non solo di questo, ma di tutti gli altri difetti.

[Quando si dee levargli le false redini, e seguir nelle lettioni.]Dapoi che’l Cauallo sapra voltarsi d’ogni mano, & adroprarsi a tutte queste cose, gli toglierete a vostra volontà le false redine; & così come nel tempo ch’egli portava quelle, parimente appresso dovete portargli la man ferma, &, con dolce appoggio & tuttavia come vien sotto accortargli le redine: & quando conoscerete che la testa sia fermata giusta nel suo luogo, & và a ferir con la fronte, non bisognerà altro che mantenervelo, donandogli spesso i torni, & anco il maneggio sopra il passe, overo al trotto; & alcuna fiata sopra il galoppo, & similmente sopra il trotto, over galoppo fargli far le posate al piano, o al pendino, nel modo che ho detto, passegiandolo spesso, or di trotto furioso & lungo & or di trotto a tempo, & corto, & or di passo per una maiese profonda, et [Che non si dee allentargli la briglia, quando si ferma.]fresca, tenendogli sempre la man della briglia ferma, & salda, senza mai dargli altra libertà, che sara vinto. Pero la sua fermezza non vuol esser tanto, che esca dal suo temperamento, & egli stesso verrà mirabilmente ad alleggerirsi, et a pigliarsi con piacer grande, masticando la briglia, un soaue appoggio; & in ciò consiste una delle maggior cose, & di maggior sostanza per fermar la testa del Cavallo, che benche sia vana, la fabricherà di sorte dove gli conviene, che mai più con essa fara motivo che non sia da farsi, cosa contraria di quel che si usava prima dagli antichi, che corso, o maneggiato che era, essi pensando di accarezzarlo, & inanimarlo al bene, allentando la mano per un pezzo, fin che stava fermo, gli donavano la briglia.

[Come si dee usar la man della briglia, se il cavallo è duro alla mano, & è ca-]Et è ben da sapersi, che essendo egli ridotto giusto di testa, & col mostaccio di sotto, quanto più allora va gravoso alla mano, & è carco di garze, & duro di barre, tanto più alla carriera, & a i repoloni, & ad ogni guisa che si maneggia, si gli ha da portar la man della briglia, leggiera, et temperata, che in altro modo appoggiandosi tirerà via, & si aggraverà più del debito, et da tẽpo tempo tempo in tẽ-

po