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2 | LIBRO |
reggendo gl’errori, se pur vi sono, attendiate ad avanzare il dono, che a questa età, col mezzo delle vostre fatiche, non da me, ma dalla potente, & larga mano d’iddio cortesemente ve si porge, & se vi paresse che nel modo del dire io fosse stato non così diligente come conviene, pensate c’hò atteso più a farlo bene, che a gli ornamenti della lingua toscana, ponendo più cura alle cose che alle parole, acciò che ogn’uno che legge s’ammaestri più di cavalcare che di parlare, ne s’invaghisca della lettura, fermandosi in quella, ma come scacciato dalla sua ruvidezza, velocemente ricorra a i frutti, & a l’utilità dell’opra.
Hor chi potrebbe mai dirvi appieno le gran lodi, & la gran virtù del Cavallo, Re de gli animali, anzi in inespugnabile rocca, & fedelissimo compagno di re, chi non conobbe questo? quando si vidde Bucefalo, che mai volse con gli ornamenti reali farsi da niun cavalcare, eccetto che dal suo Allessandro, & essendo ferito alla presa di Tebbe, egli non consentì che Allessandro per ponersi adosso dell’altro smontasse da lui: Similmente il cavallo di Cesare non volse mai portare altro che Cesare: Leggete l’historie che troverete gl’infiniti gesti di tant’altri di loro, per la qual cosa & in vita con carezze, & ornati di ricchissimi drappi, & dopo la morte con essequiali pompe, con altieri sepolcri, & con piramidi, & con versi furono sempre honorati. Quando morì Bucefalo, Allessando, dove fu seppellito, fe edificare una Città, che si dice Bucefalia, in memoria di lui. Nell’Eneida il gran poeta volse chiamare il Re Pico, per maggiore eccellentia, Domator de cavalli, come pure in diversi luoghi nominò Mesapo figliuol di Nettunno, il quale Nettunno iddio del mare, favolando si dice che generasse con Medusa il cavallo Alato, il cui nome fu Pegaso, che volando al Cielo si convertì in stelle: sopra di questo cavallo si figura che Bellerofonte figliolo di Glauco Re combattendo, vinse la monstruosa Chimera, & egli fu inventore, & primo nel mondo a cavalcare, Benche dopo, i Peletronij Lapithi, trovassero i freni e i giri, et in ultimo fussero di Tessaglia i primi che nella guerra usassero i cavalli, (giuditio veramente non men utile che divino) perche non si può dire, ne viver abbondante, ne festa compita, ne gioco valoroso, ne battaglia grande ov’essi non siano, & a qualche grado, & a qual profession’humana, di lettere, di Arme, & di religioni, non furono, & saranno necessarij, valor sopr’ogni possanza, & segno sopr’ogni segno di honore, qual mai sarà più cosa mirabile, certo non che i nobili, ma gli huomini bassi con le loro forze si fanno alti & illustri: Chi non dirà che ogni Prencipe meritamente si tien glorioso a chiamarsi Cavaliero, nome che nasce da quest’animal reale, del quale volendo distintamente parlare non si può, perche a rispetto de sua grandezza la lingua non se ne potrebbe raggionar tanto ch’el suo dir non fusse nulla, onde astretto da necessità, lascerò sopra di ciò tanti discorsi.
[Qualità dei cavalli, & qual pelo sia migliore.]Dirò dunque primieramente che la qualità del cavallo depende da i quattro elementi, et con quello elemento del quale più partecipa si conforma. Se prende più della terra, che de gl’altri, sarà melancolico Terragnuolo, gravoso, & vile, & suol’essere di pelo morello, ò veramente cervato, ammelato, & soricigno, & di simili variati colori. Et se più dell’acqua sarà flemmatico, tardo, & molle: & sul’essere