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104 LIBRO

sprone è di farlo caminare avanti; & ogni fiata che [Quando passeggiando si toglie dal trotto.]passeggiando per la città, o per la campagna egli si toglie dal trotto, lo dovete battere con uno sprone da quella banda dove egli tiene più duro il collo, che tantosto si ponera non solo in esso, ma in un bel passeggio, & oltre di ciò egualmente si aggiusterà, & si fara fermo di collo, & prenderà più lena, & si fortificherà piu i lombi, & si addattera la schiena, ponendosi a quel tuono che gli conviene, & si fara più leggiero, & disciolto di braccia, & di gambe. ma quando egli tiene il collo eguale, & giusto da ogni mano, allora se lo volete ponere al trotto, lo batterete con gli due sproni pari, & piacendovi, per più inanimarlo, si potrebbe anco aiutare in un tempo col truscio di labra, overamente con qualche parola, che solete dire quando si vuole aviare. & sempre che egli abbandona il trotto farete il simile. & accioche l’uso venga in natura, non gli dovete mai consentire [Quando si vuol per la ginetta, non si dee molestarlo cõ on on sproni, e mettere al trotto.]di andare al passo; eccetto quando il volete per la ginetta: che non bisognera così spesso molestarlo di sproni, & ponerlo al trotto, perche gli converra il passo, & assai vi basterà quando solo con esso il batterete per addrizzarlo, & fermarlo di testa, & di collo, & aggiustarlo alle volte semplici de’ repoloni, & alle volte raddoppiate, et quando alla carriera se gli vuol dare velocita: perche quanto meno si batte, tanto maggiormente egli porterà ferma la coda, il che [A qual caval si dee legar la coda, & a qual lasciarla sciolta.] conviene molto al ginetto, per cagion che l’ha da portar disciolta, & non legata, come al corsiero, & a cavallotto di meza taglia. però di qual si voglia sorte che sia, o per la ghisa, o per la leggiera, il più delle volte, quando egli al castigo di sproni vi risoonde bene, per assicurarlo, dovete a tempo a tempo fargli carezze, & tanto più come vi accorgete che egli sia vinto, overamente se fosse ardente, & per quelle botte si ponesse in qualche timore, & nausea, che l’uno si fa per inanimirlo al bene, & l’altro per farlo sicuro in soffrire. Et in ciò si vuole usar [Quando, stã an an do fermo, si vuol, che si faccia da un lato, & vada di costato.]diligenza grande. Et, se stando fermo vi piacesse che egli si faccia dall’uno, o dall’altro lato, & vada di costato, similmente a poco a poco lo minaccierete, & tal’hor lo batterete bene con lo sprone dalla banda contraria in questo modo: so volete che egli accosti dalla parte sinistra, il castigo sara dalla banda destra: & volendo che egli si faccia dalla parte destra, il castigherete dalla banda sinistra: & fin tanto che vi intendera, non mancherete mai di molestarlo, ora con la polpa della gamba, & ora con lo sprone, & or meno, & or piu grave, continuamente alle parti che ho detto. & come egli una fiata, fuggendo la botta del nostro sprone, va di costato, cosi come volete, & voi tantosto accarezzandolo, in quel tempo allargherete il vostro calcagno senza più toccarlo, che poi sempre che si sentira fermare un poco la briglia, & appena, in quella maniera, toccarsi da uno sprone, over dalla polpa della gamba, si fara di subito dall’altro lato, o poco, o assai secõ on on do che a voi piacera, et insegnã an an doli questo, forse ancor in tal modo andera in corvetti. Et se volete che egli si faccia da un lato solo cõ on on la groppa, & le anche