Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/100

84 LIBRO

tolga di animo, perche dapoi haverà si gran tema del suo Cavaliero che si potrebbe appresso rimettere al luogo, che vi anderà determinatamente. Ma dovete ben’avvertire quã an an do egli vi risponde a proposito, che nõ on on lo vogliate più a niũ un un modo battere, anzi dovete, quando camina, & quando passaggia, sempre assicurarlo di bacchetta, & da quella banda più dove il castigo fu maggiore, cosi come prima che si giunga chiaramente vi si dirà.

[Altro rimedio atto a levar la credenza.]Mi par di dirvi un’altro modo poco meno da stimarsi di quel che vi ho detto, & suol mirabilmente giovare, che quando egli prende tema di voltarsi da una mano, o più volentieri da una che dall'altra; voi tantosto che l’haverete molestato che si volti dalla mano onde vien duro, et fugge la volta, per un pezzo dovete cõ on on sentirgli cõ on on furia mirabile alle volte dell’altra mano, alle quali va libero, senza ripelo, & a quel tempo non mancherete mai di castigarlo di voci, & di bacchetta su la testa, & fra le orecchie, & dalla bã an an da dov’egli nõ on on si vuol voltare, et in un stato cõ on on tinuamente lo volterete tanto da quella mano sempre battendolo fin che sarà fastidito, & quasi per ributtarsi, o per vera stã an an chezza cominciera a perdere, & a mancar di lena, tal che essendo stanco alle volte di quella mano voltandolo poi dall’altra, alla qual’egli ripugnava, con gli aiuti però che gli conuengono, se volterà con assai meno fatica, non essendo in quella travagliato, et voltandosi non lo dovete più battere, perch’egli haven en do ricevuti quei castighi con insupportabil fatica, nel tempo che si giravua dalla bã an an da facile a lui, & ricevute carezze, & non percossa di bastone, & di voci, nel tempo delle volte dell’altra parte se troverà talmen en te corretto, che forse nõ on on verrà mai più in quella ostinatione di voltarsi dall’una mano, & non dall’altra. Ma ben en vi avertisco, che solo la pratica, et non la lingua totalmente vi può insegnare con che ten en po bisogna farsi, & quando gli cõ on on verrà quest’ordine, & quando l’altro.

[Doversi castigar la matina seguente, quando il castigate d’un vitio.]Et ordinariamete ogni fiata che havete castigato il Cavallo, cosi di questo, come di qualunque altro vitio, che vi ho detto, et vi dirò appresso, dovete cavalcarlo la matina seguen en te, che per il castigo che hebbe il di avanti andrà migliore, & si troverà più pronto, & ricordevole, & assai sensibile a conoscere la volontà vostra, & in esser totalmente confirmato nella sua virtù.

[Ove proceda l’esser restio.]Se il Cavallo è restio, il più delle volte procede per colpa del Cavaliero, per una di queste ragioni. Overo il Cavallo è vile, & di poca forza, & essando troppo molestato, si abbandona, & avilisce di sorte, che accorando non vuol caminare avanti. Overo è superbo, & gagliardo, & dandogli fatica, egli, mancandogli un poco di lena, si prevalerà con salti, & con aggropparsi, & con altre malignità, o farà pur questo dal principio che si cavalca, di maniera che se allora conoscerà che il Cavaliero lo teme, prenderà tanto animo, che usando molte ribalderie, si fermerà, contra la volonta sua. Et di queste due specie di restii la peggiore è quella che nasce da vilta, & da poca forza. Ben en che ancora sono alcuni Cavalli non solo di natura gagliardi, ma raminghi, & di