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ORAZIONE PRIMA DI M.

BUONACCORSO

DA

MONTEMAGNO

Fatta per Messer Stefano Porcari capitano del popolo di Firenze all’entrata de' Signori Priori in sulla ringhiera del Palagio.

Quante volte io riguardo i dignissimi e giocondissimi cospetti vostri, gloriosi ed eccelsi Signori miei; quante volte io considero la illustre degnità di questa Repubblica florentissima, e i magnifici apparati del vostro felicissimo Popolo, e l’osservandissima celebrità di questo solennissimo e sacro giorno; e finalmente quando la bellezza e amplitudine di tutti i vostri splendori nel mio animo rivolgo; tutti quelli insoliti e maravigliosi in me medesimo reputo, e sto sospeso; perocchè, se alla degnità ed escellenzia (1) di tutte le cose predette volessi ordinare sermone idoneo e accomodato; più difficile sarebbe trovare il fine, che il principio della orazione. E veramente al presente tutti i celeberrimi fatti vostri considerando, mi torna alla mente la bellezza di quella fortunatissima libertà, nella quale per lo adietro la Città nostra di Roma divenne clarissima; ed ultimamente fra tutte queste considerazioni in questa sola sentenzia rimango. Che se gli ornamenti ed eccellenzie di questa vostra inclita (2) Cittá intra le antiche nobilità Romane fussono numerate, degnamente si potrebbono, come amplissime e prestantissime nominare. Che dirò

(1) Escellenza V. A. Lo stesso che, Eccellenza. Pass. 182 Per la escellenzia, e per la dignitade dell’officio ec.

(2) Inclito V. L. add. Preclara, illustre.