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LXIX.

 
Benchè ’l nemico mio di me più forte
     Sempre mai mi contenda,
     Ognor mi faccia guerra,
     Non è mai ch’io m’arrenda,
     Nè ch’ei m’abbatta a terra,
     Nè ch’io paventi morte.
     E che dirà ch’al suo cospetto io tremo?
     Non fuggo già, non temo no, non temo.

La banderuola.


LXX.

 
Sentite; ma chi’l sa se ’l tenga e taccia.
     Dirà la gente ch’io abbia del granchio,
     Del gamber, che so io, della formica.
     Quattro intorno al bellico ho gambe e braccia,
     E pur sto fermo, e giammai non isgranchio:
     Ma per troppa fatica,
     Colpa di forza ch’altri usanmi addosso,
     Ne portai qualche volta infranto ogni osso.

La ciscranna vecchia.


LXXI.

 
Non so s’io debbo chiamarmi soldato,
     Perch’io non cingo al fianco
     Spada nè stocco, nè porto elmo in testa,
     Quantunque io vado giorno e notte armato
     Per l’orrida foresta.
     Ma i’ non so già se questa
     Cosa direte che non quadri bene,
     Ch’uso portar lo scudo in su le rene.

La testuggine.