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XIX.
Nata nella freddissima stagione,
Traligno dalla propria genitrice,
E dòmmi a tal nutrice
Qual è madre del ben delle persone.
Il diaccio.
XX.
Nel capo ho una gamba c’ha duo piedi,
Nella coda n’ho uno,
E non per questo muover mai mi vedi.
L'alare.
XXI.
Sono un palazzo senza più entrate
Che una porta tonda:
Ho duo finestre, e quelle invetrïate;
E di sopra ho la gronda
Ora d’oro, or di bronzo, ora d’argento:
E ’n su le cantonate
Esposte ho duo bandiere a ogni vento.
Il corpo umano.
XXII.
Senza denti divoro molta carne,
Non per nutrirmen’io,
Ma sol per ingrassarne
Colei che madre fu del cibo mio.
La sepoltura.
XXIII.
Non ho capo, e la bocca ho nella gola:
Di sotto mi nutrisco,
E per la stessa bocca lo smaltisco.
Il pozzo.