Videro, e novo di pietà, d’amore 275Ne gli attoniti surse animi un senso,
Che infiammando occupolli. E già de’ lieti
Principii in cor secure, il plettro e l’arte
Sacra del plettro ai figli lor le Muse
Donar, le Grazie il dilettar donaro 280E il suader potente. Essi a la turba
Dei vaganti fratelli ivan cantando
Le vedute bellezze. Al son che primo
Si sparse a l’aura, dispogliò l’antico
Squallor la terra, e rise: e tu qual fosti, 285Che provasti, o mortal, quando sul core
La prima stilla d’armonia ti scese?
Quale a l’ara de’ Numi allor che il sacro
Tripode ferve, e tremolando rosse
Su le brage stridenti erran le fiamme, 290Se la man pia del sacerdote in esse
Versi copia d’incenso, ecco di bruno
Pallor vestirsi il foco, e dal placato
Ardor repente un vortice s’innalza
Tacito, e tutto d’odorata nebbia 295Turba l’etere intorno e lo ricrea;
Tal su i cori cadea rorido, e l’ira
V’ammorzava quel canto, e dolce, in vece,
Di carità, di pace vi destava
Ignota brama. A l’uom così le prime 300Virtù fur conosciute onde beata,
Quanto ad uom lice, e riposata e bella
Fassi la vita. Allor in cor portando
Il piacer de l’evento, e la divina
Giocondità del beneficio in fronte, 305A l’auree torri de l’Olimpo il volo
Rialzar le Camene. Ivi le prove
De l’alma impresa e le fatiche e il fine
Dissero al Padre; e pieno, in ascoltarle,
Da la bocca di lui scorrea quel dolce