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appendice alla relazione |
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nessuno (si può predire senza temerità) verrà mai in mente d’imitare da noi, cioè una lingua formata artifizialmente con vocaboli raggranellati da tutti i vari idiomi d’una nazione, e non parlata in nessuna parte del paese medesimo. Con quale processo poi sia stata formata; se da un uomo, o da vari; e questi, o concertati tra di loro, o facendo ognuno da sè, e riusciti poi mirabilmente d’accordo; se, viaggiando in tutte lo parti d’Italia, o avendo in altro modo raccolti e comparati tutti i suoi idiomi, per far la scelta opportuna; se in una volta sola, di maniera che questa lingua sia compita e rimanga immutabile, o se il lavoro continui, e come ciò apparisca; non se n’è parlato, nè se ne parla, come di cose che s’intendano da sè. A ogni modo, i Francesi, che hanno bensì il vocabolo Illustre, non l’adoprano, nè nel senso nostro, nè in un senso qualunque analogo al nostro, poichè non hanno nemmeno il concetto della cosa a cui si applica da noi. I loro termini che, abbiano una qualche vaga e lontana affinità con quello, avrebbero a essere gli epiteti Élevé, Soutenu. Ora, la prova manifesta, che tali qualità non furono considerate da quegli Accademici come un motivo d’escluderli dal loro Vocabolario, e da esser riservati a un altro, a uso delle persone di Lettere, è che gli hanno registrati in quel Vocabolario, che è quello dell’Uso senza restrizioni. Così, per addurne qualche esempio, alla voce Pleurs, dopo aver citati gli esempi degli usi più frequenti di essa, aggiunsero: Il se dit quelquefois au singulier dans le style élevé; alla voce Murmure, registrarono le frasi: Le murmure du coeur, le murmure des passions, e altre simili, con questa avvertenza: Ces expressions appartiennent au style soutenu: alla voce Rejeton, aggiunsero: Il s’employe figurément dans le style soutenu et en poésie, pour signifier Enfant, Descendant, così avvertirono che Nourrisson se dit quelquefois figurément pour élève dans le style soutenu: Les nourrissons des Muses; che nello stile medesimo, la locuzione Les restes d’une personne, s’adopra a significare il suo cadavere, le ossa, le ceneri. Di più, registrarono anche i vocaboli e i modi di dire appartenenti allo stile poetico, come Autan, Lares, Lustre per lo spazio di cinque anni, Cygne, per poeta, Les sombres bords, L’onde noire, La courrière des nuits, Le démon des combats, Les jeux sanglants de Mars, Les pavots du sommeil, Les oiseaux de la Parque; la più parte delle quali e d’altre simili, se a uno straniero è lecito metter bocca in tale materia, crederei che, dopo l’ultima edizione di quel Vocabolario, siano state messe anche dai poeti nell’arsenale delle vecchie masserizie. Registrano ugualmente le denominazioni de’ vari generi di componimenti letterari, con le rispettive definizioni, e i termini appartenenti sia alla grammatica, sia alla critica. Quindi l’esempio di quel Vocabolario, lungi dal dare alcun lume per riconoscere un «Illustre» escluso da esso, ci presenta un saggio del come la parte d’una lingua, che appartiene allo stile più scelto, possa e deva tenere il suo luogo nel Vocabolario dell’Uso, qual parte dell’Uso medesimo; per la stessa ragione e nella stessa misura che in un tale Vocabolario sono compresi e distinti con particolari indicazioni altri stili, come il famigliare, lo scherzevole, il popolare (non plebeo, che non si riguarda come stile), lo stile del foro, lo stile degli affari. Abbiamo insomma, se non m’inganno, trovata occasionalmente in quel Vocabolario una dimostrazione pratica della tesi posta per la prima in questo scritto, cioè che non si possa trovare nel fatto una linea di separazione, un punto in cui le persone di Lettere possano dire alle persone civili: Huc usque venies; e che il Vocabolario della lingua, per essere intero, e poter servire all’uso giornaliero di tutte le persone civili, e costituire veramente la favella generale d’Italia, deva contenere anche la parte relativa alle Lettere: ciò che non significa essere ad uso speciale delle persone di Lettere, anzi il contrario.