Altri ne van. Lento ritrarsi e solo
Costui vedemmo, che alle barde, all’armi,
Uom d’alto affar parea: quattro guerrieri
Da un drappel ci spiccammo, e a tutta briglia
Sull’orme sue, pei campi. Egli inseguito
Nulla affrettò della sua fuga; e quando
Sopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi,
Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicino
Vibra l’asta, e lo abbatte: la ritira,
Prostra il secondo ancor: ma nello stesso
Ferir, percosso dalle nostre ei cadde.
Quando fu al suol, tese le mani in atto
Di supplicante, e ci pregò che, posto
Ogni rancor, sull’aste nostre ei fosse
Portato lungi dal tumulto, in loco
Dove in pace ei si muoia. Invitto sire,
Meglio da far quivi non c’era: al prego
Ci arrendemmo.
carlo.
E ben feste: a chi resiste
L’ire vostre serbate.
(a SVARTO)
Il riconosci?
svarto.
Anfrido egli è, scudier d’Adelchi.
carlo.
Anfrido,
Tu solo andavi contro a lor?
anfrido.
Bisogno
C’è di compagni per morir?
carlo.
Rutlando,
Ecco un prode.
(ad ANFRIDO)
O guerrier, perchè gittavi
Una vita sì degna? e non sapevi
Che nostra divenia? che, a noi cedendo,
Guerrier restavi e non prigion di Carlo?
anfrido.
Io viver tuo guerrier, quand’io potea
Morir quello d’Adelchi? Al ciel diletto
È Adelchi, o re. Da questo giorno infame
Trarrallo il ciel, lo spero, e ad un migliore
Vorrà serbarlo; ma, se mai.... rammenta
Che, regnante o caduto, è tale Adelchi,