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LETTERA
al Signor Professore
GIROLAMO BOCCARDO
INTORNO A UNA QUESTIONE
DI COSÌ DETTA PROPRIETÀ LETTERARIA
RIVEDUTA E CORRETTA DALL’AUTORE
- Illustre Signore,
Non le renderò grazie de’ modi cortesi coi quali Ella ha combattuta la mia causa nel Parere da Lei pubblicato sulla Questione legale tra il signor Le Monnier e me: era una cosa naturale in Lei, e inseparabile dalla sua dignità. Bensì le lodi che una gratuita indulgenza Le ha suggerite a mio riguardo, m’impongono il dovere d’esprimerle una viva riconoscenza, quantunque in realtà mi confondano, e la coscienza non mi permetta d’accettarle. Un simile dovere mi viene imposto dall’aver Lei avuta la bontà di inviarmi il suo opuscolo, accompagnandolo con una lettera, anch’essa, troppo gentile. E non so s’io non presuma troppo; ma mi pare che l’aver cosi trovato un avversario benevolo, dove avrei potuto temer solamente un avversario forte e illustre, mi dia, in certa maniera, un titolo per trattar direttamente con Lei la mia causa, e appellare, dirò così, da Lei a Lei, mi pare, dico, che in questo procedere Ella sia per vedere, in mezzo alla contradizione medesima, una continuazione, per me onorevolissima, di boni ufizi.
Con questa fiducia, entro addirittura, nell’argomento.
E prima di tutto, trascrivo, meno qualche parola indifferente all’argomento medesimo1, l’Avvertenza premessa da Lei al Parere, e che torna opportuna a me ugualmente per render conto delle stato della causa, fino a un certo tempo. Aggiungerò poi un breve cenno de’ fatti posteriori, necessari a sapersi per conoscere lo stato attuale della causa medesima, e d’una parte almeno de’ quali Ella non ha probabilmente notizia.
- ↑ Segnatamente il titolo di Conte, che non mi compete, e che appiccicatomi molt’anni sono, non so da chi, ha già cagionato un errore involontario a diverse persone.