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534 osservazioni sulla morale cattolica

ciale della religione cattolica. Ora, in questo forse troppo lungo esame, abbiamo visto che, delle dottrine citate come cagione dell’asserito speciale pervertimento,

1.° alcune, veramente opposte alla morale, non hanno, nè ebbero mai corso in Italia, nulla più che tra i cattolici dell’altre nazioni;

2.° altre, che furono e sono insegnate in Italia, lo furono e lo sono ugualmente in tutti i paesi cattolici, come parte essenziale di questa, religione. E abbiamo veduto che queste sono consentanee al Vangelo, e, per natural conseguenza, consentanee insieme e superiori alla ragione. Sull’autorità della religione in punto di morale, sulla distinzione dei peccati in mortali e veniali, sulla dottrina e sulle forme della penitenza, sull’efficacia del pentimento, sulla forza e sulla sanzione de comandamenti della Chiesa, sui motivi dell’elemosina, sull’astinenza, sull’umiltà, su tutti i punti insomma, ch’erano allegati come prova di differenza, l’esame ci ha fatto trovare unità di fede e d’insegnamento.

E torna qui a proposito il rammentare una cosa che s’è accennata da principio, cioè che, nel testo medesimo che abbiamo esaminato, la cagione di quello speciale pervertimento, è attribuita, più d’una volta, non già a dottrine particolari all’Italia, ma alla Chiesa nominatamente. «La Chiesa,» è detto in quello, «s’impadronì della morale, come di cosa tutta sua, e sostituì l’autorità de’ suoi decreti e le decisioni de’ Padri ai lumi della ragione e della coscienza, lo studio de’ casisti a quello della filosofia, un’abitudine servile al più nobile esercizio dello spirito. La Chiesa collocò i suoi precetti accanto alla gran tavola delle virtù e de’ vizi... e diede loro un potere, che le leggi della morale non poterono ottener mai.» Accuse, delle quali, con poverissime forze, ma col potentissimo aiuto della verità, abbiamo cercato di far vedere l’insussistenza: ma che, anche senza essere esaminate, si manifestano da sè come incapaci di dimostrare l’effetto speciale e d’eccezione, ch’era proposto a dimostrare. Il resto poi della colpa è attribuito quasi sempre ai casisti; i quali non sono certamente la Chiesa, ma non sono nemmeno una classe d’uomini particolare all’Italia.

E in quanto agli abusi nell’applicazione della dottrina cattolica, che possono esistere in Italia, abbiamo visto che non vengono dall’insegnamento, poichè questo non è altro che l’insegnamento cattolico; il quale li denunzia e li combatte, e gli avrebbe levati di mezzo affatto e per sempre, se l’uomo non avesse il terribile potere d’alterare a sè stesso la verità, e di piegar le dottrine alle passioni. E abbiamo visto che, gli abusi, come vengono da queste cagioni, umane pur troppo e non italiane, così è stato e è necessario di denunziarli e il combatterli in altri paesi cattolici; e che il rimedio a questo, come a tutti i mali morali, è per tutti la cognizione della dottrina, e l’amore di essa, che è il mezzo sicuro d’intenderla rettamente.