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capitolo terzo | 453 |
natura quale si può riconoscere per mezzo della ragione: ma l’origine, che li fa essere figlioli di Dio; ma l’umanità assunta dal Verbo, che li fa essere fratelli di Gesù Cristo; ma la natura medesima quale è interamente manifestata dalla fede, e che li fa essere a immagine e similitudine dell’ineffabile Trinità. L’Uomo Dio ha detto: «Ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno de’ più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a me1.» Quale filosofia avrebbe mai potuto scoprire nel bene fatto agli uomini un tal valore, promettergli una tale riconoscenza?
CAPITOLO QUARTO
Elle (l’Église) substitua l’autorité de ses décrets, et les décisions des Péres aux lumières de la raison et de la conscience, l’étude des casuistes à celle de la philosophie morale.... pag. 413.14.
La Chiesa fonda la sua autorità sulla parola di Gesù Cristo: essa pretende d’essere depositaria e interprete delle Scritture e della Tradizione; e protesta, non solo di non aver mai insegnato nulla che non derivi da Gesù Cristo, ma d’essersi sempre opposta, e di volersi sempre opporre a ogni novità che tentasse introdursi; d’esser pronta a cancellare, appena scritto, ogni iota che una mano profana osasse aggiungere alle carte divine. Non ha mai preteso d’avere l’autorità d’inventare princìpi di morale essenziale; anzi la sua gloria è di non averla; di poter dire che ogni verità le è stata insegnata fino dalla sua origine, che ha sempre avuti gli insegnamenti e i mezzi necessari per salvare i suoi figli; d’avere un’autorità che non può crescere, perchè non è mai stata mancante. Afferma, in conseguenza, che i suoi decreti sono conformi al Vangelo, e che non riceve le decisioni de’ Padri, se non in quanto gli sono pure conformi, e sono una testimonianza della continuazione della stessa fede e della stessa morale. Se la Chiesa afferma il vero, non si potrà dire che sostituisca questi decreti e queste decisioni ai lumi della ragione e della coscienza; come non si può dire sostituita alla legge una sentenza che ne spieghi lo spirito, e che ne determini l’esecuzione. Si dovrà anzi confessare ch’essa regola l’una e l’altra con una norma infallibile, come è quella del Vangelo. Che se non si vuol credere a questa asserzione della Chiesa, si dovrà dire quali siano le massime di morale proposte dalla Chiesa, che non vengano dal Vangelo, che siano contrarie, o anche solamente indifferenti al suo spirito. Questa ricerca non farà altro che mettere sempre più in chiaro la maravigliosa immutabilità della Chiesa nella sua morale perpetuamente evangelica, e l’infinita distanza che passa tra essa e tutte le
- ↑ Quamdiu fecistis uni ex his fratribus meis minimis, mihi fecistis. Matth. XXV, 40.