Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
434 | osservazioni sulla morale cattolica |
di causa o ignorantemente, a operare e parlare in fatto, come se avesse rinunziato all’unità.
III. Circostanze particolari di storia, di coltura, d’interessi, di clima, non legate direttamente con la religione, ma così legate con gli uomini che la professano, che l’influenza della religione resta da esse o bilanciata o elisa o impedita o facilitata, più presso gli uni che presso gli altri.
Se l’illustre autore avesse cercate in queste tre classi le cause particolari degli effetti diversi e speciali, che asserisce aver la religione prodotti in Italia, io mi sarei guardato bene d’entrare in una tale questione; perchè, o le sue ragioni mi sarebbero parse concludenti, e avrei goduto d’imparare, come m’è accaduto in tant’altre parti di questa Storia; o non m’avrebbero persuaso, e sarebbe stato uno di que’ casi ne’ quali avrei creduto che il silenzio fosse migliore della dimostrazione. Ma siccome quelle cose che s’assegnano da lui come cagioni di dannosa influenza sugl’Italiani, sono la più parte, non usi nè opinioni particolari a loro, ma massime morali, o prescrizioni ecclesiastiche venerate e tenute da tutti i cattolici, in Francia e in Germania non meno che in Italia e in Spagna; così chi le condannasse verrebbe a condannare la fede cattolica: conseguenza che troppo importa di prevenire.
L’autore stesso, nominando a varie riprese, nel corso delle sue riflessioni, semplicemente la Chiesa, lascia dubitare se intenda d’attribuire ad essa le dottrine che censura, o se voglia dire: la Chiesa in Italia. Verificare il preciso senso delle sue parole in questo caso, non è cosa possibile, nè utile; onde io mi restringerò a dimostrare l’universalità e la ragionevolezza di quelle massime e di quelle prescrizioni censurate da lui, che sono cattoliche.
Citerò spesso scrittori francesi, non solo per la loro decisa superiorità in queste materie, ma perchè la loro autorità serve mirabilmente a far vedere che queste non sono dottrine particolari all’Italia; e che la Francia non differisce da essa in ciò, fuor che nell’avere avuto uomini che le hanno più eloquentemente, cioè più ragionatamente, sostenute e difese.
La più splendida prova poi dell’universalità di queste massime morali sarà tratta dalle Scritture, dove sono per lo più letteralmente; dimanierachè si può affermar francamente, che non sono, nè possono essere controverse da de’ cattolici di nessuna nazione.
Le prescrizioni della Chiesa riguardanti la morale si possono dividere in due classi, cioè:
Decisioni di punti di morale, con le quali la Chiesa attesta che la morale confidatale da Cristo è quella, e non un’altra che si voglia fare adottare decisioni, alle quali i fedeli hanno obbligo d’aderire; ovvero:
Leggi per regolare, nelle parti essenziali, l’uso dell’autorità conferita ugualmente alla Chiesa dal suo Fondatore, d’applicare gli aiuti e i rimedi spirituali, che hanno tutti origine da Lui.
Per l’une e per l’altre si può chiamare in testimonio qualunque cattolico di Francia e di Germania, con la certezza di sentirlo rispondere che sono in vigore sia nell’una, sia nell’altra nazione. Si citerà, dove occorra, il Concilio di Trento, come il più recente e il più parlante testimonio di questa uniformità di dottrina: uniformità legata, dommaticamente e logicamente, come dev’essere, con la perpetuità di essa.
Le Concile de Trente, dice l’illustre autore, travailla avec autant d’ardeur, à réformer la discipline de l’Église qu’à empécher toute réforme dans ses croyances et ses enseignemens1. Nessun cattolico potrà espri-
- ↑ Hist. des Répub., It. T. XVI, pag. 183