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primo.

Cos’è, ditemi dunque, che vi dà il diritto, cos’è che vi mette in mente, cos’è che vi rende capace di dare il nome d’uno a due cose? Cos’è, se non l’unità, l’identità dell’idea realizzata in tutt’e due. Unità tanto connaturale all’idea, che l’attestate col linguaggio medesimo di cui volete servirvi per negarla; e tanto propria dell’idea, che la trasferite a due cose materiali, senza riguardo, senza paura, come senza pericolo d’esser franteso, e che qualcheduno creda che prendiate davvero più cose per una. Cos’è, se non questa, l’uni tertio, che vi fa dire sunt eadem inter se? Cos’è che vi fa dire, del distrutto e del sano: è lo stesso? e ve lo fa dire nell’atto medesimo che gli opponete l’uno all’altro, se non l’idea che è la stessa, val a dire una, indistruttibile, incorruttibile, immutabile?

secondo.

Ero lì per darvi ragione; ma con questa nova pretensione dell’immutabilità....

primo.

Pretensione, la chiamate?

secondo.

E che pretensione! Perchè vi pare d’aver acquistato terreno (e fino a un certo segno, non dico che non sia vero), credete di poter far passare qualunque paradosso. Come! un’idea la quale non è altro che il resultato d’una serie di mutazioni, giacchè posso supporre benissimo che l’artista non abbia ideato alla prima il fiore in quella forma della quale è rimasto contento; ma che ci sia arrivato dopo diversi tentativi, dopo diverse prove....

primo.

Anzi, fate benissimo a supporre così.

secondo.

Dunque!

primo.

Dunque?

secondo.

Dunque l’artista ha concepito alla prima il fiore in una maniera; poi non n’è stato contento, e ha detto: bisogna mutar qui; poi ha trovato che bisognava mutar là; s’è fermato finalmente perchè ha voluto, perchè l’idea gli è piaciuta in quella forma. E quell’idea mutata e rimutata le cento volte, è diventata tutt’a un tratto immutabile?

primo.

Badate che voi non fate altro che, moltiplicare la vostra affermazione. Avevate detto che la mutazione dell’idea è possibile; ora dite che è avvenuta molte volte; ma non dimostrate qui il fatto, più di quello che n’aveste dimostrata la possibilità. Che l’artista abbia fatto una sequela d’operazioni, non c’è dubbio; ma che con queste operazioni abbia mutata l’idea, è ciò che dovete tentar di dimostrare.

secondo.

Ma non è evidente?

primo.

Come volete che sia evidente ciò che è impossibile? Fate così: non c’è