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atto primo. 27

Io leggo in cor; ma il mio v’è chiuso. Oh! quanto
Stupor vi prenderia, quanto disdegno,
Se ci scorgeste mai che un sol desio
A voi tutti mi lega, una speranza....
D’esservi pari un dì! — D’oro appagarmi
Credete voi. L’oro! gittarlo al piede
Del suo minor, quello è destin; ma inerme,
Umil tender la mano ad afferrarlo,
Come il mendico....



SCENA VIII.


SVARTO, ILDELCHI;

poi altri che sopraggiungono.


                       ildelchi.
                            Il ciel ti salvi, o Svarto:
Nessuno è qui?

                        svarto.
                       Nessun. Quai nuove, o Duca?

                       ildelchi.
Gravi; la guerra abbiam coi Franchi: il nodo
Si ravviluppa, o Svarto; e fia mestieri
Sciorlo col ferro: il dì s’appressa, io spero,
Del guiderdon per tutti.

                        svarto.
                               Io nulla attendo,
Fuor che da voi.

                       ildelchi.
             (a FARVALDO che sopraggiunge).
                       Farvaldo, alcun ti segue?

                       farvaldo.
Vien su’ miei passi Indolfo.

                       ildelchi.
                                      Eccolo.

                       indolfo.
                                              Amici!

                       ildelchi.
Vila! Ervigo!
                (ad altri che entrano)
                   Fratelli! Ebben: supremo
È il momento, il vedete: i vinti in questa
Guerra, qual siasi il vincitor, siam noi,