desiderio.
E quando
A’ tuoi disegni opposti sieno?
adelchi.
O padre!
Un nemico si mostra, e tu mi chiedi
Ciò ch’io farò? Più non son io che un brando
Nella tua mano. Ecco il legato: il mio
Dover fia scritto nella tua risposta.
DESIDERIO, ADELCHI, ALBINO,
desiderio.
Duchi, e Fedeli; ai vostri re mai sempre
Giova compagni ne’ consigli avervi,
Come nel campo. - Ambasciator, che rechi?
albino.
Carlo, il diletto a Dio sire de’ Franchi,
De’ Longobardi ai re queste parole
Manda per bocca mia: volete voi
Tosto le terre abbandonar di cui
L’uomo illustre Pipin fe’ dono a Piero?
desiderio.
Uomini longobardi! in faccia a tutto
Il popol nostro, testimoni voi
Di ciò mi siate; se dell’uom che questi
Or v’ha nomato, e ch’io nomar non voglio,
Il messo accolsi, e la proposta intesi,
Sacro dover di re solo potea
Piegarmi a tanto. - Or tu, straniero, ascolta.
Lieve domando il tuo non è; tu chiedi
Il segreto de’ re: sappi che ai primi
Di nostra gente, a quelli sol da cui
Leal consiglio ci aspettiamo, a questi
Alfin che vedi intorno a noi, siam usi
Di confidarlo: agli stranier non mai.
Degna risposta al tuo domando è quindi
Non darne alcuna.
albino.
E tal risposta è guerra.
Di Carlo in nome io la v’intimo, a voi
Desiderio ed Adelchi, a voi che poste