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ATTO QUINTO




SCENA PRIMA.

Notte. Sala del Consiglio dei Dieci illuminata.

IL DOGE, i DIECI, e il CONTE seduti.

il doge.


(al conte)


A questi patti offre la pace il Duca;
Su ciò chiede il Consiglio il parer vostro.

il conte.


Signori, un altro io ve ne diedi; e molto
Promisi allor: vi piacque. Io attenni in parte
Quel che promesso avea: ma lunge ancora
Dalle parole è il fatto; ed or non voglio
Farle obliar però: sul labbro mio
Imprevidente militar baldanza
Non le mettea. Di novo avviso or chiesto,
Altro non posso che ridirvi il primo.
Se intera e calda e risoluta guerra
Far disponete, ah! siete a tempo: è questa
La miglior scelta ancora. Ei vi abbandona
Bergamo e Brescia; e non son vostre? L’armi
Le han fatte vostre: ei non può tanto offrirvi
Quanto sperar di torgli v’è concesso.
Ma, da un guerrier che vi giurò sua fede
Voi non volete altro che il ver, se il modo
Mutar di questa guerra a voi non piace,
Accettate gli accordi.

il doge.


                                        Il parlar vostro
Accenna assai, ma poco spiega; un chiaro
Parer vi si domanda.