Più non pensaste che all’amico.
Allora,
Dissimular nol vo’, tutte sentii
Le potenze dell’alma sollevarsi
Contro un consiglio... ah fu seguito!... Un solo
Pensier non fu; fu della patria mia
L’onor ch’io vedo vilipeso, il grido
De’ nemici e de’ posteri; fu il primo
Senso d’orror che il tradimento inspira
All’uom che dee stornarlo, o starne a parte
E se pietà d’un prode a tanti affetti
Pur si mischiò, dovea, poteva io forse
Farla tacer? Son reo d’aver creduto
Che util puote a Venezia esser soltanto
Ciò che l’onora, e che si può salvarla
Senza farsi...
Non più: se tanto udii
Fu perchè ai Capi del Consiglio importa
Di conoscervi appien. Piacque aspettarvi
Ai secondi pensier; veder si volle
Se un più maturo ponderar v’avea
Tratto a più saggio e più civil consiglio.
Or, poichè indarno si sperò, credete
Voi che un decreto del Senato io voglia
Difender ora innanzi a voi? Si tratta
La vostra causa qui. Pensate a voi,
Non alla patria: ad altre, e forti, e pure
Mani è commessa la sua sorte: e nulla
A cor le sta che il suo voler vi piaccia,
Ma che s’adempia, e che non sia sofferto
Pure il pensier di porvi impedimento.
A questo vegliam noi. Quindi io non voglio
Altro da voi che una risposta. Espresso
Sovra quest’uomo è del Senato il voto
Compir si dee; voi, che farete intanto?
Quale inchiesta, signor!
Voi siete a parte
D’un gran disegno; e in vostro cor bramate
Che a voto ei vada: non è ver?
Che importa
Ciò ch’io brami, allo Stato? A prova ormai