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20 adelchi

                       adelchi.
Quel che, signor di gente invitta e fida,
In un dì di vittoria, io proporrei:
Sgombriam le terre de’ Romani; amici
Siam d’Adriano: ei lo desia.

                       desiderio.
                                        Perire,
Perir sul trono, o nella polve, in pria
Che tanta onta soffrir. Questo consiglio
Più dalle labbra non ti sfugga: il padre
Te lo comanda.



SCENA III.

VERMONDO che precede ERMENGARDA,

e detti. donzelle che l’accompagnano.


                       vermondo.
                    O regi, ecco Ermengarda.

                       desiderio.
Vieni, o figlia; fa cor.
     (vermondo parte: le donzelle si scostano.)

                       adelchi.
                             Sei nelle braccia
Del fratel tuo, dinanzi al padre, in mezzo
Ai fidi antichi tuoi; sei nel palagio
De’ re, nel tuo, più riverita e cara
D’allor che ne partisti.

                      ermengarda.
                              Oh benedetta
Voce de’ miei! Padre, fratello, il cielo
Queste parole vi ricambi; il cielo
Sia sempre a voi, quali voi siete ad una
Vostra infelice. Oh! se per me potesse
Sorgere un lieto dì, questo sarebbe,
Questo, in cui vi riveggo — Oh dolce madre!
Qui ti lasciai: le tue parole estreme
Io non udii; tu qui morivi — ed io...
Ah! di lassù certo or ci guardi: oh! vedi;
Quella Ermengarda tua, che di tua mano
Adornavi quel dì, con tanta gioia,
Con tanta piéta, a cui tu stessa il crine
Recidesti quel dì, vedi qual torna!
E benedici i cari tuoi, che accolta
Hanno così questa reietta.