Pagina:Opere varie (Manzoni).djvu/256

250 il conte di carmagnola


SCENA IV.

I due COMMISSARI.

secondo commissario.


(dopo qualche silenzio)


Direte ancor che a presagir perigli
Troppo facil son io? che le parole
De’ suoi contrari, il mio sospetto antico,
L’odio forse, chi sa? mi fanno ingiusto
Contro costui? ch’egli è sdegnoso, ardente,
Ma leal? che da lui cercar non dessi
Ossequi, ma servigi, e quando in grave
Caso il nostro volere a lui s’intimi,
Il dubitar ch’egli resista è un sogno?
Vi basta questo?

primo commissario.


                              C’è di più. Gli dissi
Che a noi premea che s’inseguisse il vinto:
Ei ricusò.

secondo commissario.


                    Ma che rispose?

primo commissario.


                                                  Ei vuole
Assicurarsi delle rocche... ei teme...

secondo commissario.


Cauto ad un tratto è divenuto... e dopo
Una vittoria.

primo commissario.


                    La parola a stento
Gli uscia di bocca: ella parea risposta
All’indiscreto che t’assedia, e vuole
Il tuo segreto che per nulla il tocca.

secondo commissario.


Ma l’ha poi detto il suo segreto? E questo
Motivo ond’egli accontentar vi volle,
Vi parve il solo suo motivo, il vero?

primo commissario.


Nol so, non ci badai, tempo non ebbi
Che di pensar ch’io mi trovava innanzi
Un temerario, e ch’io sentia parole
Inusitate ai pari nostri.