Ed ora
Ci fia sventura il non aver ceduto
Che a voi, signore? E quelli a cui toccato
Men glorioso è il vincitor, l’avranno
Trovato più cortese? Indarno ai vostri
La libertà chiedemmo; alcun non osa
Dispor di noi senza l’assenso vostro;
Ma cel promiser tutti. Oh! se potete
Mostrarvi al Conte, ci dicean; non egli
Certo dei vinti aggraverà la sorte;
Non fia certo per lui tolta un’antica
Cortesia della guerra,..... ei che sapria
Esser piuttosto ad inventarla il primo.
Voi gli udite, o signori.... Ebben, che dite?....
Voi, che fareste?....
Tolga il ciel che alcuno
Più altamente di me pensi ch’io stesso.
Voi siete sciolti, amici. Addio: seguite
La vostra sorte, e s’ella ancor vi porta
Sotto una insegna che mi sia nemica...
Ebben, ci rivredemo.
(segni di gioia tra i prigionieri, che partono;
il conte osserva il pergola figlio, e lo ferma)
O giovinetto,
Tu del volgo non sei; l’abito, e il volto
Ancor più chiaro il dice: e ti confondi
Con gli altri, e taci?
O capitano, i vinti
Non han nulla da dir.
La tua fortuna
Porti così, che ben ti mostri degno
D’una miglior. Qual è il tuo nome?
Un nome
Cui crescer pregio assai difficil fia,
Che un grande obbligo impone a chi lo porta;
Pergola è il nome mio.