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236 il conte di carmagnola

SCENA VI.

IL CONTE, GONZAGA, ORSINI, TOLENTINO,
altri CONDOTTIERI.

il conte.


                                        Compagni, udiste
La lieta nova; l’inimico ha fatto
Ciò ch’io volea, così voi pur farete.
E il sol che sorge, a ognun di noi, lo giuro,
Il più bel dì di nostra vita apporta.
Non è tra voi chi una battaglia aspetti
Per farsi un nome, il so ma questa sera
L’avrem più glorioso; e la parola
Che al nostro orecchio sonerà più grata,
Omai fia quella di Maclodio. Orsini,
Son pronti i tuoi?

orsini.


                                Sì.

il conte.


                                      Corri all’imboscate
Sulla destra dell’argine; raggiungi
Quei che vi stanno, e prendine il comando
E tu a sinistra, o Tolentino. E quindi
Non vi movete, che non sia lo scontro
Incominciato; quando ei fia, correte
Alle spalle al nemico. Udite entrambi.
Se dell’insidie egli s’avvede, e tenta
Ritrarsi; appena avrà voltato il dorso,
Siategli addosso uniti: io son con voi.
Provochi, o fugga, oggi dev’esser vinto.

orsini.


E lo sarà

(parte).


tolentino.


                    T’ubbidirem, vedrai.

(parte)


il conte.


(agli altri)


Tu, Gonzaga, al mio fianco. I posti a voi
Assegnerò sul campo. Andiam, compagni;
Si resista al prim’urto: il resto è certo.