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234 il conte di carmagnola


fortebraccio.


                              Che vuoi?

pergola.


                                                  Dammi il tuo posto.
Ovunque tu combatta, a tutti è noto
Che tu volesti la battaglia, ed io,
Io devo ad ogni modo essere in luogo
Che l’amico o il nemico aperto veda
Ch’io non ho.... tu m’intendi.

fortebraccio.


                                                       Io son contento.
Prendi quel posto; poi che il brami, è tuo.
O forte, or m’odi: ora m’è dolce il dirti
Ch’io non t’offesi, no: per la fortuna
Del signor nostro tu soverchio temi:
Questo dir volli. Ma il timor che nasce
In cor di quel che ama la vita, e l’ama
Più dell’onor, ma che nel cor del prode
Muore al primo periglio ch’egli affronta,
E mai più non risorge, o valoroso,
Pensavi tu?...

pergola.


                              Nulla pensai: tu parli
Da generoso qual tu sei.

(a malatesti)


                                             Signore,
Voi consentite al cambio?...

malatesti.


                                                  Io ci consento;
E son ben lieto di veder tant’ira
Tutta cader sovra il nemico.

torello.


(allo sforza)


                                                  Io stava
Col Pergola da prima, ingiusto, io spero,
Non vi parrà....

sforza.


                              V’intendo; e con lui state
Alla vanguardia: ultimi e primi, tutti
Combatterem, poco m’importa il dove.

malatesti.


Non più ritardi. Iddio sarà coi prodi.

(partono).