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capitolo primo 99

riscano io però non oserei affermarlo» 1. S’hanno però prove storiche del contrario. Gisla, nata nel 757 2, aveva tredici anni quando il matrimonio fu proposto, e quattordici quando il ripudio d’Ermengarda ruppe l’amicizia tra le due famiglie. Eginardo, scrittore di que’ tempi, e allevato nel palazzo di Carlo, dice che Gisla si fece monaca nella sua prima gioventù 3. E fu badessa di Chelle, come si vede da alcune lettere che le scrisse Alcuino 4, e dalla carta d’una donazione, fatta da lei al monastero di san Dionigi, nell’anno 799 5.


§ 2.


Del ripudio d’Ermengarda.


Il monaco di san Gallo, anonimo autore di due libri De gestis Caroli Magni, afferma che Ermengarda fu ripudiata per giudizio di santissimi sacerdoti, perchè inferma e sterile 6. Il Basnage, terzo editore di que’ libri, mise a questo passo la seguente nota: «S’osservi la cagione del divorzio tra Carlomagno e la figlia di Desiderio, cagione non accennata, che io sappia, da alcun antico scrittore». Ma, per attestare un fatto simile, non basta certo l’autorità di quella cronicaccia, scritta più d’un secolo dopo il fatto, e piena di favole incoerenti, nelle quali si vede il germe di quelle pazze paladinerie, che poi furono per tanto tempo spacciate e tenute come l’unica storia di quell’epoca, e ne soffogarono il concetto vero e importante. Abbiam citata questa falsa opinione, perchè è stata ricevuta da molti scrittori, e, tra gli altri, dal Fleury 7: ma quando questo scriveva, la critica della storia era ancor meno sospettosa che a’ giorni nostri. Il Muratori rifiuta con tutta ragione l’autorità dell’anonimo; e, per provare che fu disapprovato il ripudio di Ermengarda e il nuovo matrimonio di Carlo, cita il fatto del cugino di Carlo medesimo, sant’Adelardo, il quale, accorandosi di vedere che il re, scacciata la moglie innocente, aveva contratto un matrimonio illecito, si fece monaco, per non esser più immischiato in tali faccende 8.


§ 3.


Della successione di Carlo al regno del fratello.


Molti moderni la dipingono come un’usurpazione. Ecco cosa ne dice il Muratori: «Passano gli scrittori francesi con tutta disinvoltura questa azione di Carlomanno, come se fosse cosa da nulla l’avere usurpato

  1. Antichità longobardico-milanesi. Dissert. 1, tom. I, pag. 86.
  2. Anno DCCLVII. Nativitas Gislanae Annal. Petav.; Rer. Fr., tom. V, pag. 13.
  3. A puellaribus annis religiosae conversationi mancipata. In Vita Kar. 18.
  4. Rer. Fr., tom. V, pag. 615.
  5. Rer. Fr., tom. V, pag. 760.
  6. Quia esset clinica et ad propagandam prolem inabilis, judicio sanctissimorum sacerdotum, relicta velut mortua. Lib. 2, 26; Rer. Franc., tom. V, pag. 131. Ivi la nota del Basnage.
  7. Hist. Eccl., liv. 43, 59
  8. Gemebat puer beatae indolis quod … rex inlicito uteretur thoro, propria, sine aliquo crimine, reprobata uxore. Quo nimio zelo succensus, elegit plus saeculum relinquere adhuc puer, quam talibus immisceri negotiis. Presso Murat. Annal., ann. 771.