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ANGELO DI COSTANZO


morto


verso l’anno mdxc.



Quella cetra gentil che in su la riva
     Cantò di Mincio, Dafni e Melibeo,
     Sì che non so, se in Menalo o in Liceo,
     In quella o iu altra età, simil s’udiva;

5Poi che con voce più canora e viva
     Celebrato ebbe Pale ed Aristeo,
     E le grand’opre che in esilio feo
     Il gran figliuol d’Anchise e della Diva;

Dal suo Pastore in una quercia ombrosa
     10Sacrata pende; e se la move il vento,
     Par che dica superba e disdegnosa;

Non sia chi di toccarmi abbia ardimento;
     Che se non spero aver man sì famosa,
     Del gran Tiliro mio sol mi contento.