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Già corsi l’Alpi gelide e canute,
Malfida siepe alle tue rive amate,
Or sento, Italia mia, l’aure odorate
E l’aere pien di vita e di salute.
5Quante mi deste al cor, lasso! ferute,
Membrando la fatal vostra beltate,
Culti poggi, antri verdi, ed ombre grate,
Da’ ciechi figli tuoi mal conosciute!
Oh felice colui che un breve e colto
10Terren fra voi possiede, un antro, un rivo,
Sua cara donna, e di fortuna un volto!
Ebbi i miei tetti e le mie paci a schivo;
Ahi giovenil desìo fallace e stolto!
Or vo piangendo che di lor son privo.