Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
92 |
Belle fresche purpuree viole,
Che quella candidissima man colse,
Qual pioggia o qual puro aer produr volse
Tanto più vaghi fior che far non suole?
Qual rugiada, qual terra, ovver qual Sole
Tante vaghe bellezze in voi raccolse?
Onde il soave odor Natura tolse,
O il ciel ch’a tanto ben degnar ne vuole?
Care mie violette, quella mano
Che v’elesse intra l’altre, ov’eri, in sorte,
V’ha di tante eccellenze e pregio ornate;
Quella che il cor mi tolse e di villano
Lo fè gentil, a cui siate consorte,
Quella dunque, e non altri, ringraziate.