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za. Non credo che l’antichità ci abbia mandata poesia lirica che li sorpassi, e niuna abbiano le età nostre che li pareggi. Però dopo averli illustrati, come io so, mandandoli a te, intendo di mandarli, senza lusinga di gloria, a tutti i giovinetti tuoi pari, come tentativo del metodo di studiare i classici, sole fonti di scritti immortali.

Posterius graviore sono tibi musa loquetur
     Nostra: dabunt cum securos mihi tempora fructus1.

Se non che de’ nostri studi, come di tutte le mortali cose, tocca a decidere più alla fortuna che a noi. Onde accogli frattanto questo piccolo dono, e vivi memore dell’amico tuo, com’io vivo sempre pieno di te.


Milano, 30 Luglio 1803.

ugo foscolo


  1. Virg., in Culice, vers. 9.