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Sovra l’ossa d’Aiace. A’ generosi
Giusta di glorie dispensiera è Morte.
Nè senno astuto, nè favor di regi
All’Itaco le spoglie ardue serbava,
Chè alla poppa raminga le ritolse
L’onda incitata dagli inferni Dei.

Così la fantasia del lettore corre a secoli dimenticati; si compiace dell’entusiasmo poetico che trae il mare e l’inferno alla vendetta dell’ingiustizia; e vede la verità che non parla ma opera. E perchè il sentimento com’ella dice non s’inaridisse, l’autore non doveva scansare i dettagli d’erudizione, bensì usarne meglio; non seppe: e però prega i censori d’insegnargli non ch’ei deve far meglio — e’ lo sa — ma se si possa, e come.

Eccole l’estratto.

I monumenti inutili a’ morti giovano a’ vivi perchè destano affetti virtuosi lasciati in eredità dalle persone dabbene: solo i malvagi, che si sentono immeritevoli di memoria, non la curano; a torto dunque la legge accomuna le sepolture de’ tristi e dei buoni, degl’illustri e degli infami.

Istituzione delle sepolture nata col patto sociale. Religione per gli estinti derivata dalle virtù domestiche. Mausolei eretti dall’amor