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delle più incontestabili prove di sensibilità, ch’essi abbiano mai date nel costruire sepolcri,

«Dal dì che nozze e tribunali ed are
«Dier alle umane belve esser pietose
«Di sè stesse e d’altrui, toglieano i vivi
«All’etere maligno cd alle fere
«1 miserandi avanzi che natura
«Con veci eterne a sensi altri destina».

Dopo questi collerici ghiribizzi1 contro la specie umana, il nostro poeta espone benissimo i vantaggi, che recarono i sepolcri ai viventi, e i religiosi ed utili atti dei quali furono l’occasione o l’oggetto.

«A egregie cose il forte animo accendono
«L’urne de’forti..... e bella
«E santa fanno al peregrin la terra
«Che le ricetta».

Ed eccolo in quella chiesa fiorentina ove

    vano nello stato ferino; espressione disappassionala il G.B. Vico, e di tuttii gli scrittori di jus naturale. E s’ella, monsieur Guill..., volesse recare le sue cognizioni a quei selvaggi che non hanno nè are, nè connubii, nè leggi, s’accorgerebbe s’ei sono belve.

  1. È dunque ghiribizzo il dire che il patto sociale ammansò il genere umano; che la sepoltura sottrasse i morti dalle fiere, e i vivi dal contagio; e che gli avanzi dell’uomo si riproducono con altra vita e sott’altre forme? Ella non ha capilo nè una sola parola.