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All'amica risanata.


Qual dagli antri marini
          L’astro più caro a Venere
          Co’ rugiadosi crini
          Fra le fuggenti tenebre
          5Appare, e il suo vïaggio
          Orna col lume dell’eterno raggio.

Sorgon così tue dive
          Membra dall’egro talamo,
          E in te beltà rivive,
          10L’aurea beltate ond’ebbero
          Ristoro unico a’ mali
          Le nate a vaneggiar menti mortali.

Fiorir sul caro viso
          Veggo la rosa; tornano
          15I grandi occhi al sorriso
          Insidïando; e vegliano
          Per te in novelli pianti
          Trepide madri, e sospettose amanti.