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Di polve e di faville
Immensa nube e formidabil ombra,
L’ampie ruine orribilmente ingombra.
E dove, o Tempo, ti nascondi? Hai forse
De la natura moribonda orrore?
In van: fissa è nel Cielo
Anche la tua ne la comun ruina.
Io già cader ti veggo,
L’armi e le penne abbrustolate ed arse.
Ritorna al nulla, e rendi
L’impero de’ momenti a Eternitade;
E, in queste di natura orror profondo,
Spento t’assorba l’atterrato mondo.