E a quel tremar si scosse
L’America divisa e si compiacque,
Che occulta ancor giacea
In remoto confine
D’ambizion superba a le rapine:
Ma non andar fastoso
Di tue conquiste, o Tempo!
Fra nuvole di folgori e di lampi,
Sull’ale a un cherubin rapido scende
L’inesorabil Dio de le vendette:
Gli sguardi volge maestosi e lenti
AI tremante universo; accenna quindi
Ai quattro opposti venti;
E con voce di tuon grida: si faccia
L’adempimento de la mia minaccia.
E traboccar ruggendo
Ecco le vampe dell’eterno sdegno,
E natura sentir l’angoscie estreme:
Van con fracasso orrendo
Dall’orbita natia svelte le stelle
Pel firmamento ad azzuffarsi insieme. . .
Ahi! dove siete, o Soli?
Dove fuggisti, o Terra? Io più non veggo
Che un mar di fiamme procellose, e dentro
Naufragarsi i pianeti e l’universo.
Alla feral confusïon succede
Spaventoso silenzio, e sol di fumo