Sol d’affanni, di stento e di fatica;
E a farti più terribile e più forte
Tu chiamasti compagna anche la Morte.
Indarno allora da le tue ferite
Le genti sbigottite
Cercâr sottrarsi e radunarsi insieme;
Scavâr le fosse, sollevâr le mura,
Fabbricâr le città, dettâr le leggi,
Onde l’età futura
Il socìal concerto
Mantenesse infrangibile ed eterno.
Andâr sossopra i regni al rovinoso
De’ secoli torrente, e l’uomo, ahi stolto!
Secondò involontario il tuo disegno;
E in cruda guerra armato
Accelerò il suo fato, e giacque oppresso
Più dal proprio furor che da te stesso.
Dell’universo nell’immensa faccia,
Di quattro monarchie surse a le stelle
L’alta mole orgogliosa:
Tu con occhio d’invidia e di minaccia
Torbido la guatasti;
E il Perso, il Greco ed il Romano e tutto
Il furor de’ barbarici trioni
Stimolasti all’assalto e alla ruina.
Crollò sui piè mal ferma e rovesciosse;
Tremò l’Europa con le due sorelle,