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    E de’ momenti a lui cedeo l’impero.
    Tu fosti, o Tempo; e primo
    Di tante meraviglie ammiratore,
    Ne’ vasti spazii del creato intero
    Lanciasti il guardo e dispiegasti il volo;
    E a seconda del Sol temprando il moto
    De’ tuoi rapidi vanni,
    A produr cominciasti i giorni e gli anni.
Pria ne’ campi ridenti
    D’Eden, ch’eterna primavera infiora,
    Quando il padre primiero e la consorte
    Vivean felici d’innocenza a lato,
    I giorni conducesti almi e sereni,
    Sacri ai dolci concenti,
    A i bei diporti ameni,
    A i soavi colloquii, e non lasciavi,
    Di gustato piacer dopo il contento,
    La stanchezza, la noia e il pentimento.
E quando poi la sera
    Col vacillante lume
    Di modesto color vestia d’intorno
    Il monte e la campagna,
    E al placido riposo
    Que’ fidi amanti ad invitar venia;
    Tu nell’antro odoroso
    Le tacite guidavi ore notturne
    Del nuzial mistero confidenti,