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ca, è forse la più esatta di quante abbiamo in letteratura. La poesia lirica canta con entusiasmo le lodi de’ numi e degli eroi. La religione ed i fasti delle nazioni furono i primi ad ottenere, per mezzo della poesia lirica, monumenti perpetui dalla letteratura; da che questa poesia emanò non tanto dalle tarde istituzioni sociali, quanto dall’entusiasmo naturale alla mente dell’uomo, e non frenabile quasi, quand’è mosso da forti e perpetue passioni.
Finchè gli uomini non avevano se non se il canto, tutta la loro storia e le loro leggi religiose e politiche dovevano necessariamente trovarsi nella tradizione delle loro canzoni. Questa opinione è avvalorata da’ libri de’ profeti ebrei e dalla storia de’ druidi e de’ bardi. La narrazione de’ fatti del popolo di Giuda, è tessuta da Isaia in un corpo di odi; e i Britanni avevano poemi nel secolo VII, ma non avevano storia veruna. Nè pare che Omero avesse potuto scrivere la divina Iliade, se prima molti e molti poeti non avessero cantato le imprese de’ Greci nell’Asia. Certo è che Omero non era contemporaneo degli Atridi e d’Achille; bensì fa menzione d’antichi poeti. Massimi fatti o straordinari, dice un autore, destarono la poesia lirica face illuminatrice dell’antichità. La navigazione degli Argonauti e la confederazione di