Agli astri, all’onda eterna e alla natante
Terra per l’Oceàno, e come franse
L’uniforme creato in mílle volti
Co’ raggi e l’ombre, e il ricongiunse in uno195
E i suoni all’aere, e diè i colori al sole;
E l’alterno continuo tenore
Alla fortuna agitatrice e al tempo,
E che le cose dissonanti insieme
Rendan concento d’armonia divina200
Rinnalzino le menti oltre la terra.
Or le recate, o Vergini, i canestri
E le rose, e gli allori a cui materni
Nell’ombrifero Pitti irrigatori
Fur gli Etruschi silvani a far più vago205
Il giovin seno alle mortali Etrusche,
Emule d’ avvenenza, e di ghirlande;
Soave affanno al pellegrin se inoltra
Improvviso ne’ lucidi teatri;
E quell’immensa voluttà del canto,210
Ed errare un desio dolce d’amore
Mira ne’volti femminili, e l’aura
Pregna di fiori gli confonde il cuore.
Recate insieme o vergini, le conche
Dell’alabastro, provvido di fresca215
Linfa, e di vita ahi! breve ai giovanetti
Gelsomini e alla mammola dogliosa.