Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/229

228

Afflitta da regali ire straniere
Voli improvviso a rallegrarla il carme.
     Nella convalle fra gli aerei poggi
Di Bellosguardo, ov’io, cinto d’un fonte10
Limpido fra le quete ombre di mille
Giovinetti cipressi, alle tre Dive
L’ara inalzo, e un fatidico laureto
(in cui men verde serpeggia la vite)
La protegge di tempio; al vago rito15
Vieni, o Canova, e agli Inni. Al cor men fece
Dono la bella Dea che in riva d’Arno
Sacrasti alle tranquille arti custode;
Ed ella d’immortal lume, e d’ambrosia
La santa immago sua tutta precinse.20
Forse (o che io spero) artefice di Numi
Nuovo meco darai spirto alle Grazie
Ch’or di tua man sorgon dal marmo. Anch’io
Pingo, e spiro a’ fantasmi anima eterna,
Sdegno il verso che suona, e che non crea;25
Perchè Febo mi disse: Io Fidia primo
Ed Apelle guidai colla mia lira.
     Eran l’Olimpo, e il Fulminante, e il Fato,
E del tridente Enosigeo tremava
La genitrice Terra. Amor degli astri30
Pluto feria, nè ancor v’eran le Grazie.
Una Diva scorrea lungo il creato
A fecondarlo, e di natura avea